(Ita)

“Where’s Ciaf?” è un progetto nato dal desiderio di esplorare l’overtourism, un fenomeno sempre più pressante nel panorama globale. Al centro di questa riflessione c’è un’immagine trovata online: una spiaggia affollata di turisti, simbolo eloquente della saturazione che caratterizza molte delle mete più ambite. In un gesto di autoironia e consapevolezza critica, ho deciso di inserirmi nella scena, vestito da “Waldo”, il personaggio iconico dei libri “Where’s Waldo?”, celebre per essere sempre nascosto tra la folla. La mia presenza, travestito da Waldo, non è solo un espediente visivo: è una metafora del ruolo ambiguo e spesso inconsapevole che ognuno di noi ricopre nel perpetuare la cultura del turismo di massa. Questo gesto non si limita a essere un gioco grafico, ma diventa una riflessione sul nostro impatto collettivo. L’immagine è stata stampata su un telo da mare, oggetto emblematico del consumo turistico, trasformandolo in un supporto critico che mette in relazione l’esperienza fisica del turismo con la sua dimensione simbolica. Il risultato è un’opera che invita a interrogarsi sull’invisibilità dell’individuo in contesti sovraffollati, sulla tensione tra la ricerca di autenticità e la trasformazione dei luoghi in attrazioni standardizzate, e sulla nostra inevitabile partecipazione a questo processo. “Where’s Ciaf?” non si limita a essere un’opera visiva: è un invito a prendere coscienza del nostro ruolo nel complesso ecosistema del turismo di massa.

(Eng)

“Where’s Ciaf?” is a project born from the desire to explore overtourism, a phenomenon that is becoming increasingly urgent on a global scale. At the heart of this reflection is an image found online: a crowded beach teeming with tourists, a striking symbol of the saturation that defines many of the world’s most popular destinations. In an act of self-irony and critical awareness, I inserted myself into the scene, dressed as Waldo, the iconic character from the “Where’s Waldo?” books, famous for being hidden among crowds. My presence, disguised as Waldo, is not merely a visual device; it serves as a metaphor for the ambiguous and often unconscious role we all play in perpetuating mass tourism culture. This gesture goes beyond simple visual play to offer a reflection on our collective impact. The image was printed on a beach towel, a quintessential tourist commodity, transforming it into a critical medium that links the physical experience of tourism to its symbolic dimension. The result is a work that invites viewers to ponder the invisibility of the individual in overcrowded contexts, the tension between the quest for authenticity and the transformation of places into mass attractions, and our inevitable participation in this process. “Where’s Ciaf?” is not just a visual artwork—it is an invitation to become aware of our role in the complex ecosystem of mass tourism.